lunedì 8 agosto 2016

Mekoyones



La Storia della Mykonos turistica come la conosciamo oggi comincia nell'Estate del 1963 quando Jaqueline Kennedy ospite dell'armatore Aristotele Onassis vi sbarca e si innamora del dedalo delle vie della città ma soprattutto del Pellicano Petros, la mascotte dell'isola. Jackie si innamorò della sua storia, trovato ferito e adottato da una famiglia di pescatori a cui si affezionò e non se ne distaccò più.
Mykonos divenne così una delle mete preferite della moglie di John Kennedy che rilanciò la fama dell'isola, in seguito frequentata anche da Brigitte Bardot, Marlon Brando e Grace Kelly.
Quando Petros morì nel 1986 Jacqueline, regalò un nuovo pellicano di nome Irene.



Mykonos, è un gran posto.

Conosco tanta gente che vi è stata e a seconda delle età e delle stagioni hanno fatto esperienze diverse ma sono tutti stati d'accordo nel considerarla tale.
Certo probabilmente nessuno ha mai sbagliato momento perché questo sarebbe un errore che potrebbe impedirti di collocare il ricordo tra quelli positivi. Veniamo a noi, giovani adulti non avvezzi a festeggiamenti senza soluzione di continuità, che decidono di andare a passare qualche giorno al mare a maggio, in Grecia...ottima scelta, le strutture ricettive sono armate al punto giusto ma la gente è poca, pochissima credo, rispetto all'abitudine dell'isola.
Partiamo il primo mercoledì di maggio all'alba...il volo dell'easy jet prenotato qualche tempo prima, ad un prezzo super, parte alle 6:00...sorvoliamo sull'orario... ottimo volo di un paio di ore e alle 9:15 ora locale atterriamo giusto in tempo per salire sul pulmino che l'hotel ha gentilmente inviato a prenderci. Una decina di minuti e siamo in albergo, l'isola è molto piccola e la località che abbiamo scelto, Platys Yalos è vicina all'aeroporto. L'Hotel Argo, di recente costruzione, è molto bello, le stanza sono della giusta dimensione, la nostra si affacciava su mare e piscina, e accoglienti, asciugamani e set da toilette vengono cambiati ogni giorno, così come i teli da spiaggia che sono gratuiti e cambiati ad ogni richiesta.
La colazione è superlativa e viene servita sotto una bella veranda a lato della piscina, cosa che abbiamo subito modo di constatare perché una partenza al mattino presto ha i suoi vantaggi, a patto che all'arrivo ci sia ad accoglierti gente gentile e affabile come avremmo poi modo di considerare i greci, e l'orario di arrivo ci da la possibilità di godere di una vigorosa seconda colazione.
Facciamo un sopralluogo alla vicinissima spiaggia e dopo aver sistemato le valige ci rilassiamo in spiaggia fino al pomeriggio inoltrato. L'impressione è buona, la spiaggia è molto bella, lettini gratuiti a patto di consumare qualcosa, e qualche ristorantino/bar carino.

Ano Mera
Mykonos
 Il giorno successivo è brutto tempo, non è una condizione abituale nell'isola. Prendiamo una Panda bianca a noleggio e giriamo un po' l'isola. Le spiagge sono tutte belle, simili, e...deserte. All'interno dell'isola in un paesaggio brullo mediterraneo raggiungiamo Ano Mera, un borgo molto piccolo ma carino posto proprio al centro di Mykonos, vale una breve visita solo se la giornata non ti offre nulla di meglio. Nel pomeriggio sia alla Chora, cos' i locali chiamano la città capoluogo. Parcheggiamo al vecchio porto, in un grande parcheggio free all'estremità ovest dell'agglomerato e facciamo una lunga passeggiata fino ai mulini a vento, la cittadina è molto carina e suggestiva, in particolare la zona denominata Little Venice, piacevole davvero con i suoi localini e negozietti.
I giorni rimanenti passano placidi tra aperitivi sul mare, bagni di sole e nell'acqua ghiacciata, fino all'ultima sera quando scoviamo un posto stupendo per la cena Nikolas Taverna a Paraga una località vicina che raggiungiamo a piedi lungo una scogliera assieme al nostro nuovo amico Guido, a goderci una splendida cena davanti ad uno spettacolare tramonto.



Mykonos è il set delle riprese del prevedibilissimo film del 2007 prodotto da Tom Hanks "My Life in Ruins" di Donald Petrie, di cui non cito il titolo italiano per pudore.

Vi lascio con una clip del mio film girato in Grecia preferito Mediterraneo di Gabriele Salvatores del 1991, buona visione!


Dall'Enciclopedia Italiana (1934)...
MICONO (A. T., 82-83). - Una delle Cicladi (gr. Μύκονος), a SE. di Tino, da cui è separata per mezzo del canale che porta il suo nome. È larga (da O. a E.) 16 km., lunga (da N. a S.) 10; misura poco meno di 90 kmq. (secondo alcuni 86). È costituita da un blocco di granito (altezza massima 377 m.), roccioso, senza alberi né acqua, sfruttato soprattutto come pascolo (capre; rinomati i formaggi). Vi si produce poco orzo, uva e qualche frutto. Costituisce, con le due isole di Delo, Tragonẽsi e Stapódia, un comune compreso nell'eparchia di Sira: contava 3014 ab. nel 1920, 3153 nel 1928. L'unico centro notevole è Mýkonos, all'estremità occidentale dell'isola (1665 ab. nel 1928).

giovedì 28 luglio 2016

Belgio Belgium Belgique België

Liegi-Leuven-Mechelen-Anversa-Gent-Bruges----Strasburgo

In un caldo giorno di agosto stanchi e depressi dalla prospettiva di non staccare...riusciamo a ritagliarci qualche giorno, e decidiamo di andarcene per una piccola vacanza.
Decidiamo di partire destinazione Belgio con la nostra piccola Mini, 5 notti, escludendo Bruxelles... purtroppo.

Primo mattino, si parte, destinazione Liegi, sono quasi 1000 km, ma pensiamo che un'iniziale tappa lunga ci consenta di guadagnare una giornata. Dopo esserci procurati la famigerata vignetta alla frontiera di Chiasso (40chf) attraversiamo la Svizzera, le sue montagne, i suoi limiti di velocità e i suoi lavori in corso, interminabile.... arrivati a Basilea entriamo in Francia direzione Mulhouse-Colmar-Strasburgo (A35 in Alsazia l'autostrada è gratuita, antico retaggio tedesco), quindi Metz poi verso il Lussemburgo (Autostrada gratuita così come in Belgio), entriamo in Belgio, Bastogne, Liegi, eccoci arrivati.

Liegi
La città ci appare subito grigia e un po' perdibile, ma siamo arrivati dopo 970km e siamo felici il nostro albergo poi (Amosa Liege) è nuovissimo molto bello nella zona centrale più carina possibile, proprio a fianco del parcheggio St.Denis dove lasciamo la macchina. Dopo un piccolo ristoro ceniamo in uno dei tanti locali nella vicina Place du Marchè.

2°Giorno

Dopo una simpatica colazione in place St.Etienne, partiamo subito per Leuven.
un giretto in centro dove ammiriamo lo splendido palazzo del municipio nella Grote Markt nel vicino centro informazioni turistiche ci aggiorniamo e ci dirigiamo verso il vicino (1 km di cammino dal centro) Groot Begijnhof, un piccolo villaggio all'interno della città con casette vette e conventi risalenti al 13 secolo, un tempo adibito a residenza per suore e beghine, e ora acquisito dall'università di Leuven che ne ha fatto il suo campus con residenze per studenti fuori sede, davvero imperdibile. Questo tipo di struttura è tipica di
tutta la regione dei Paesi Bassi, e questa in particolare pare sia la più grande e meglio conservata.
Oude Markt -Leuven
Continuando a passeggiare per la cittadina ci ritroviamo nella Oude Markt, bellissima dove ci permettiamo una birretta in uno dei tanti bar che la circondano.

Ora ci dirigiamo a Mechelen che dista appena 25 km. Parcheggiamo in un silos e lungo la via Ljzerenleven, molto carina, raggiungiamo la Grote Markt, molto bella, qui vediamo subito il bellissimo municipio (Stadhuis) particolare nell'essere composto da tre strutture differenti, a questo fa da contraltare l'imponente cattedrale di San Rombaldo (Melandri...Sint Romboutskathedraal) la più importante cattedrale cattolica del Belgio, esempio più alto di Gotico Brabantino, ha come pezzo forte il campanile, usata anche come torre civica (Belfort/Beffroi), un' imponente struttura che domina tuta la città di quasi 100 metri di altezza, inclusa nella lista dei patrimoni UNESCO insieme ad altri campanili e torri di
Belgio e Francia.
St.Romboutstoren
Salirci è faticoso, non solo dopo aver frainteso il numero degli scalini all' info-point (sono 538...quai tutti molto ripidi) e quindi esserci mangiati una porzione gigantesca di patatine fritte...come abbiamo fatto noi, ma bellissimo, dall'alto si vede fino a Bruxelles, e l'interno è molto interessante. Completiamo il giro della città comprendendo anche il locale Begijnhof, che non è bello com quello visto in mattinata, e torniamo a Liegi, albergo 2 passi e poi cena.
Salutiamo senza nostalgia la città grigia e poco attraente, specie confrontandola con le meraviglie che vedremo da qui a qualche giorno.

Uscendo dal centro mi tornano alla mente le location dove sono ambientati i bei film dei fratelli Dardenne, non certo utilizzate per mostrare le bellezze locali... sembra che Liegi venga facilmente utilizzata per mostrare un posto urfido da cui fuggire, come anche nel bellissimo "Un sapore di ruggine ed ossa" di Jacques Audiard del 2012.

3°giorno

Un'ora e mezza di strada e siamo ad Anversa. La città più grande del nostro tour. Troviamo un grande parcheggio a piani in centro. Raggiungiamo la Groten Markt bellissima con lo splendido municipio esempio di architettura manierista, la fontana del mitico Silvio Brabone e le antiche case delle Corporazioni, proseguiamo per la vicina Handschoenmarkt, la piazza della fenomenale Cattedrale di Nostra Signora. Ora percorrendo la Suikerrui raggiungiamo il lungo fiume fino alla fortezza medievale Het Steen, il castello di Anversa. La giornata è bellissima ci perdiamo a girare per il centro che vale davvero la pena di essere visto e ci concediamo una discreta scarpinata fino alla stazione ferroviaria che, dice la guida: ...con la sua facciata neogotica, l'ampio atrio centrale e la cupola dalle proporzioni armoniose...è stata definita da Newsweek una delle cinque stazioni più belle al mondo... .

Un'altra oretta scarsa e arriviamo a Gent/Gand, abbiamo molte aspettative che non verranno disattese.
Gloriosa città ora è la terza del Belgio per abitanti ma attorno all'anno 1550 escludendo l'Italia era seconda solo a Parigi tra le città più popolose.
Parcheggiamo nella bella piazza Vrijdag e consumiamo un'immancabile birra in uno dei locali che la circondano. Attraversando la Werregarensteegg, una vietta pedonale completamente piena di graffiti ed in continuo mutamento, arriviamo allo Stadhuis, e quindi alla  Sint.Baafskathedral al cui interno è conservata la pala d'altare di Van Eyck del 1432 che venne requisito da Hitler nel 1942 per essere esposto nel suo ipotetico e fantasmagorico museo di Linz, provvisoriamente nascosto in una miniera di sale, ritrovato dai Monuments Men dell'omonimo film di George Clooney del 2014, e infine restituito al Belgio alla fine della guerra. Davanti alla cattedrale si erge il maestoso Belfort, il più bello, con la sua banderuola raffigurante un dragone che si erge sulla cima, poi la piazza Kortemunt piena di persone ma non abbastanza da dare fastidio, da li, lungo il fiume e i bellissimi canali fino al castello Gravensteen nel quartiere di Patershol.

Una cinquantina di km ci separano da Bruges che raggiungiamo verso sera.
Nel 1980 quando ero un bambinetto di sei anni feci un viaggio in Europa con i miei genitori e mia sorella sulla nostra BMW bianca; pernottammo a Bruges e il caso ha voluto che a distanza di trentacinque anni tra le centinaia di alberghi della città scegliessi proprio lo stesso, senza saperlo.
L'Europ Hotel è praticamente in centro, si affaccia sul canale dopo un ponticello in una posizione davvero suggestiva. La parte romantica purtroppo però si esaurisce oltrepassando l'ingresso, la scorbutica receptionist, probabilmente la proprietaria, mi presenta subito un disguido che ha cancellato la nostra prenotazione, problema che però risolviamo subito. L'aspetto della hall sicuramente non è cambiato rispetto ad allora, e ahimè neanche le stanze sono state rimodernate.
Ci ristoriamo nella nostra antiquata sistemazione per un bel giro in centro, un aperitivo nella vicina Eiermarkt, e una cena in un locale di via Philpstock, non prima di aver visto la piazza centrale, Markt, che dista pochi minuti a piedi.
È bellissima, anche se parzialmente rovinata da un capanno di plastica nel mezzo per non so quale manifestazione, dominata dal suo maestoso Belfort, attore protagonista del bellissimo "In Bruges" di Martin McDonagh del 2008, storia di due killer inglesi in crisi, uno di coscienza, uno di mezz'età, che vengono mandati dal loro capo a Bruges in "vacanza forzata".


"Sembra uscita da una cazzo di fiaba, no? Come fa una città uscita da una cazzo di fiaba a non essere l'ideale per qualcuno?
I cigni… ci sono ancora? Come cazzo fanno i cigni a non essere il cazzo di ideale di qualcuno?"


"cazzo ragazzi, forse e' questo l'inferno! Dover passare l'eternita in questa cazzo di Bruges!"






4°giorno


 Questa giornata è dedicata totalmente a Bruges, meta principale
della nostra vacanza.
La mattina ci tonifichiamo con un'ottima colazione che oltre alla posizione è l'unico altro lato positivo del nostro albergo. Una breve passeggiata per il centro storico, che è tutto incantevole, e raggiungiamo il Burg, una piazza vicinissima al Markt su cui si affacciano tre edifici collegati tra loro il Brugse Vrije, lo Stadhuis e la Basilica del Sacro Sangue al piano superiore e la cappella romanica posta sotto che visitiamo. Dice la guida ...Un grazioso passaggio (Blinde Ezelstrat,"strada dell'asino cieco") conduce fuori da Burg e attraversa il pittoresco canale: prima di entrare, voltatevi a dare ancora un'occhiata alla piazza... così facciamo e
ci imbarchiamo su una barchetta per un giro
di 45 minuti circa sui canali, molto, molto bello.
Torniamo sulla terra ferma e, attraversando un mercatino sulle rive del canale, fino alla chiesa di Nostra Signora, dove è conservata la Madonna con bambino di Michelangelo, unica statua portata fuori dall'Italia quando l'artista era ancora in vita.


Consiglio di prendere un aperitivo, fare una pausa birretta o anche solo una visita al Beer Wall, un posto fichissimo dietro al Belfort, noi lo facciamo e poi raggiungiamo con una passeggiata il Begijnhof.






5°giorno

Salutiamo a malincuore Bruges e con una lauta colazione il temibile Europ Hotel, e partiamo. La giornata è senza sole ne traffico e ci dirigiamo in Lussemburgo sfiorando Bruxelles.



Luxembourg City è carina anche se dà l'impressione essere tutto artefatto, un po' come Monte-Carlo.

Parcheggiamo in Plateau de St.Esprit, Place de la Costitution dove una serie di hostess turistiche di indicano cosa poter fare, saliamo verso il piccolo centro, rue de l'Eau e place Clairefontaine e poi lungo la Corniche da cui si gode una suggestiva vista della città bassa.
La giornata è davvero molto calda.

Dopo aver fatto il pieno, qui il gasolio costa molto meno, ci dirigiamo verso Strasburgo percorrendo a ritroso la strada che abbiamo fatto all'andata.






Arriviamo a Strasburgo, è la quarta volta che vengo qua e credo che in qualche modo sia uno dei miei posti preferiti, è bellissima ovviamente, ed è un punto strategico per ogni viaggio in Europa continentale data la sua centralità.


Check-in all' Hotel Du Dragon è molto bello. Una piccola sosta e andiamo subito alla cattedrale, fantastica il suo campanile è la torre storica più alta d'Europa (142 m), e dal 1647 al 1874 è stata l'edificio più alto del mondo.
Cerchiamo di prendere il battello ma la coda ci scoraggia. Giro in centro birra al Cafè d'Italie e poi in place Kleber. quindi un imperdibile giro alla Petit France, il quartiere è così chiamato perché destinato alla fine del XV secolo, ad accogliere i malati di sifilide "il male francese". Ceniamo alla Creperie Le Moulin du Diable vicino al fiume, molto carino. Un giro in notturna della Grande Île, dove possiamo ammirare i giochi di luci e le proiezioni sulle due pareti della Cattedrale e ci ritiriamo.



6°giorno

La colazione del Du Dragon è davvero degna di nota, mangiamo e ci presentiamo all'imbarco del Batorama e prenotiamo quello delle 10.
È molto interessante il giro in battello perché arriva fino alle istituzioni europei passando vicino ai ponti coperti attraverso due chiuse, veramente imperdibile, se ti piace il genere!

Suggerisco un film carino ambientato quasi tutto nel centro di Strasburgo; è una pellicola francese con protagonisti Stefano Accorsi e Neri Marcorè, molto bravo, e una straordinaria Anouk Aimée, si tratta di Tous Les Soleils di Philippe Claudel del 2011.

Finita la vacanza partiamo alla volta di casa attraverso l'infinita Svizzera.



La nostra Playlist


  1. Sugar man - Sixto Rodriguez
  2. Blue Oyster Cult - (Don't feel) The reaper
  3. Heart - Dreamboat Annie
  4. Claudia Mori - Non succederà più
  5. Billie Joel - Piano man
  6. Lily & Madeleine - Come to me
  7. Nicolò Fabi - La canzone di Anna
  8. Lou Reed - Coney Island Baby
  9. Riccardo Sinigallia - Che non è più come prima
  10. Mumford & Sons - Home
  11. Jim Croce - Time in a Bottle
  12. Bianco e Levante - Corri corri
  13. dEus - Instant street
  14. I profeti - Era bella
  15. Cate Le Bon - Are you with me now
  16. Alunni del Sole - Concerto
  17. Family of the year - Hero
CIAO!

mercoledì 6 luglio 2016

lunedì 29 febbraio 2016

Oscar 2016 meglio tardi che mai...



Il mio tradizionale commento con corredo di classifica agli oscar "appena assegnati".
Erano anni che non capitava, ha vinto il film che ho preferito tra i candidati alla miglior pellicola, certo scartabellando tra i nominati tutti ci sarebbero altri titoli più meritevoli, ma tant'è.
Spotlight è un gran film con grandi attori in particolare Mark Ruffalo e Liev Schreiber, ben girato da un bravo regista quale si è rivelato Tom McCarthy, di cui segnalo i bellissimi, L'Ospite Inatteso del 2007 e Mosse Vincenti del 2011; Velo pietoso steso sul classico abominio del titolo italiano che all'originale (Spotlight è la rubrica di approfondimento del Boston Globe curata dalla squadra che pubblica l'inchiesta sui preti) aggiunge "Il Caso...".
The Revenant è un film che mi sarei perso volentieri ma il clamore che si è creato attorno mi ha obbligato a vederlo, e tutto sommato non è stato spiacevole, è molto lungo ma scorre bene i paesaggi e le scene sono molto belli e ben girate, attori normali anche Leonardo Di Caprio, premiato con un meritato oscar alla carriera, pur non essendo mai stato un fenomeno ha fatto il suo. Pensavo peggio.
The Big Short é la classica pellicola americana dove star si camuffano un po' e si incrociano in più storie per raccontarne solo una, che in questo caso è piuttosto complicata e anche un filo fuori tempo massimo, quasi come questo post. Sullo stesso tema consiglierei Margin Call del 2011 che ho preferito.
The Martian è una discreta cagata ma tutto sommato è molto divertente, vale un po' il discorso fatto su Gravity un paio di anni fa che però è molto meglio, e cioè che nel pattume della proposta cinematografica degli ultimi anni, forse sarebbe stato il più meritevole di vittoria, ecco, se Di Caprio e Matt Damon si fossero invertiti i ruoli, questo avrebbe vinto e quello non avrebbe neanche partecipato...
Brooklyn è molto molto carino ma è stato inserito tra i papabili come tappabuchi, come Room probabilmente, che però manca.
Bridge of Spies è il canonico Spielberghanks senza infamia ne lode, grandissimo Mark Rylance attore Shakespeariano premiato come non protagonista, che ho avuto il raro onore di poter vedere recitare più e più volte a teatro a Londra e a Broodway...non è vero!
Questi sono i candidati a miglior film che con l'aggiunta di Mad Max che non ho visionato, danno luogo a questa classifica:


  1. Spotlight
  2. Brooklyn
  3. The Martian
  4. Bridge of Spies
  5. The Revenant
  6. The Big Short
Per quanto riguarda le altre produzioni prese in considerazione dall'Academy, ma non per il miglior film, quella che sicuramente ho preferito, che si piazza una spanna sopra a tutti gli altri e che però è vittima dell'ostracismo di Hollywoodland è di sicuro The Hateful Height, super!
Carol è un film molto delicato ben recitato oltre che dalla stupenda, pur senzatette Rooney Mara anche da Cate Blanchett che non amo, ma ho scoperto avere una voce non doppiata stupenda. Fotografia Favolosa.
The Danish Girl è pesantissimo mal riuscito e di una certa inutilità, Eddie Remayne è estremamente lezioso, e non mi è piaciuto, mentre Alicia Vikander, altra senzatette, è stupenda.
Trumbo, bello ma pensavo meglio, grandissimo Brian Cranston.
45 anni, grandi attori, grandissimi, campagna inglese del Norfolk grigia e indimenticabile.






domenica 22 febbraio 2015

Oscar 2015


Quest'anno la selezione per gli oscar non ha regalato grandi titoli, quasi tutti i candidati dello scorso anno erano migliori senza dubbio. Grandi interpretazioni, quello si, ma poca piacevolezza. Gran Budapest Hotel, forse il film più carino è senza dubbio non uno dei migliori del grande Wes Anderson, se vincesse sarebbe giusto visti gli avversari, e ricalcherebbe le orme di chi, Scorsese su tutti, ha vinto non sicuramente con il suo capolavoro, però i Tanenbaum, il treno per il Darjeeling e Steve Zissou sono un'altra cosa. The Imitation game, è un bel filmetto, girato bene con pochi mezzi tutto molto carino e con un Benedict Cumberbatch super. Whiplash è carino, JT Simmons è super ma è il solito film col solito finale che abbiamo già visto mille volte. The Theory of Everything è lungo melenso e stancante, e Redmayne è bravissimo in un'interpretazione border line, che per lui è stata una passeggiata…su ruote, che noia. Selma è bello, certo tutto già visto, ma ce ne fossero! Birdman è sicuramente bello ed originale, forse troppo ma tutto sommato è salvabilissimo. Boyhood spero proprio che non vinca, è interessante e super originale, l'idea di girarlo in 12 anni con gli stessi protagonisti, peraltro molto bravi, è buona, ma aldilà di questo il nulla.
Il film più bello che ho visto tra i candidati candidabili è Turner di Mike Leigh, con una super interpretazione di Timothy Spall.

Questa la mia classifica personale, aldilà delle previsioni:


  1. Grand Budapest Hotel
  2. Birdman
  3. The Imitation Game
  4. Selma
  5. Whiplash
  6. Boyhood
  7. The Theory of Everything

domenica 28 settembre 2014

Malta…cose che capitano

Andare a Malta può capitare:  è vicina, è bella, l'estate dura da maggio a ottobre, è un posto strano, unico stato composto da un minuscolo "arcipelago" nel mediterraneo, oltretutto ex dominazione inglese, e capiterà a chi deciderà di concedersi una vacanza rilassante su un mare eccezionale, senza rinunciare a visitare bellezze artistiche uniche.


Alcuni miti da sfatare possono rendere ancora più interessante l'esperienza.


Little Armier Bay
La prima cosa che si sente dire di Malta è che non ha spiagge ma solo scogli e cemento, questo è vero per chi senza documentarsi, si limita a soggiornare in una delle cittadine più note, Sliema e St Julians ad esempio, o Bugibba, che sono mondane e ricche di svaghi.
Nel nord dell'isola di Malta ci sono delle spiagge sabbiose bellissime, alcune con un mare superlativo: Mellieha (o Ghedira) Bay è una bella spiaggia, forse un po' affollata, con un mare cristallino sempre pulito in cui però si tocca per decine di metri. Paradise Bay è una spiaggia molto bella e molto piccola, il Paradiso del nome viene un po' offuscato dalla vista sull'approdo del traghetto per Gozo… verso est sempre sulla penisola di Marfa, luogo affascinante e selvaggio, ci sono Armier Bay e Little Armier Bay, la nostra preferita, spiagge belle comode e non
Ramla Bay
eccessivamente frequentata, nel mare, pulitissimo e limpido i pesciolini ti fanno anche la pedicure…per chi gradisce… nel versante ovest invece troviamo Golden Bay , forse la più gettonata, probabilmente la più frequentata, sicuramente quella che ci è meno piaciuta, l'acqua caldissima, troppo, torbida e poco pulita, però seduti sulla sabbia dorata si può ammirare un tramonto sul mare unico.
Sull'isola di Gozo la grande Ramla Bay con la sua spiaggia rossa è molto affascinante e fotogenica.


Malta è caotica…certo,  la zona del conglomerato urbano attorno a Valletta è un susseguirsi di costruzioni senza soluzione di continuità dopotutto 350.000 persone in un territorio poco più grande dell'isola d'Elba da qualche parte dovranno pur vivere...ma appena ti allontani leggermente magari verso ovest, per non parlare dell'isola di Gozo riesci a percepire Malta in tutta la sua bellezza.
Molta gente incontrata ci ha messo in guardia sul traffico, la guida spericolata dei maltesi e la difficoltà a trovare parcheggio...per quanto riguarda la nostra esperienza, tutte cose in parte vere ma non così gravi da intimorire chi guida abitualmente in Italia. Purtroppo le strade sono mal tenute con l'asfalto quasi sempre e liscio che solo grazie al clima e le rare precipitazioni riesce a "tenere botta", e gli autisti dei famosi pullman maltesi guidano in modo un po' troppo "allegro".

Come detto l'estate maltese è molto lunga, le piogge sono scarse e il vento manda via le poche nuvole che si affacciano in cielo, e mitiga il caldo che è sempre secco e intenso.

L'isola è molto tranquilla, super controllata da telecamere e polizia che anche se spesso invisibile, è ovunque.

La nostra scelta è caduta su un mix che comprendesse vita di mare alternata a visita del paese.
Delle spiagge migliori ho già parlato, ma come già accennato ci sono dei luoghi imperdibili che da soli valgono la vacanza.


Grand Harbour

St John's Co-Cathedral
Innanzitutto Valletta, la capitale,  è una città bellissima: insospettabilmente curata e ben tenuta, percorrere su e giù tra le sue vie e scale che dal reticolato che formano le vie del centro scendono verso le acque della baia è molto suggestivo. Una visita alla Co-Cattedrale di St John è d'obbligo, il luogo di culto dei cavalieri di Malta è la chiesa più grande dell'isola ed è ricchissima, il fiore all'occhiello è rappresentato dalle tombe di marmo intarsiato dei cavalieri ivi sepolti che coprono tutto il pavimento, e soprattutto dalle 2 tele del Caravaggio dipinte durante il suo soggiorno maltese, San Girolamo e soprattutto la Decapitazione di San Giovanni Battista, una tela emozionante, la più grande mai realizzata dall'artista che si può ammirare nell'oratorio che ironia della sorte è stata la sede del processo proprio al Caravaggio che lo privo del titolo di cavaliere proprio di fronte al dipinto per cui era stato ingaggiato.

La Valletta


Dai giardini Upper Barrakka, da cui si possono ammirare il Grand Harbour e le Tre Città sullo sfondo, si prende un'ascensore (gratuito in discesa e a pagamento in salita, salvo poter esibire il biglietto di andata e ritorno dalle Tre Città nel qual caso è gratis!) che raggiunge l'imbarchino per attraversare la baia e raggiungere Vittoriosa Sanglea e Cospiqua. La vista del Grand Harbour dalla nave e il panorama di Valletta sono molto più interessanti della visita a Vittoriosa, carina ama nulla di più.



Mdina
Mdina è l'antica capitale di Malta, è detta la città del silenzio e appena si varcano le mura si capisce il
perché, perdersi nei suoi vicoli è uno dei must di una vacanza maltese, meravigliosa! Accanto vi è la città di Rabat è una città carina e vi sono state girate alcune scene di Munich di Spielberg, nella Wesgha tal-Maze, piazza dove consiglio di parcheggiare perché giustapposta tra Rabat e Mdina, mangiamo dei pastizzi favolosi in un posto veramente laido. Poco lontano le Dingli cliffs scogliere a picco sul mare, meritano di essere viste.

Se volete visitare l'Hypogeo Hal Saflieni una necropoli sotterranea unica al mondo patrimonio dell'Unesco bisogna prenotarsi tramite il sito del Malta Heritage, e bisogna farlo con largo anticipo, un paio di mesi a noi non sono bastati.
I templi megalitici , altra attrazione unica dell'isola patrimonio dell'Unesco, sono diversi e a meno di passioni sfrenate per l'antichità consiglio di visitarne uno, noi abbiamo optato per  quello di Ggantija sull' isola di Gozo.
Marsaxllokk è un porticciolo carino pieno delle barchette con gli occhi tipiche di Malta in cui recarsi assolutamente se volete mangiare pesce in uno dei tantissimi ristorantini del lungo mare, altrimenti si può anche perderselo.
Mosta vale una veloce visita solo al Mosta Dome. Bugibba merita se vi interessano souvenir e ristorantini sul lungo mare.
Mellieha è forse la cittadina più caratteristica arroccata com'è su una collina subito sopra la baia omonima, il suo centro non offre molto ma abbastanza per chi come noi non ha bisogno di mille ristoranti bar e negozi per essere felice, è il posto che abbiamo scelto per il nostro soggiorno, prenotando un appartamento tramite Airbnb, e che risceglieremmo, da vedere la chiesetta bassa di Maria Bambina.
Qualche km più a nord, da Cirkewwa, si prende il traghetto per Gozo dove bisogna assolutamente dedicare almeno una giornata, si imbarca la macchina e si paga al ritorno.

Cittadella,Vittoria

Gozo è affascinante e selvaggia, la Cittadella di Vittoria, la capitale, è un vero gioiello, altro punto forte della minuscola isola è senza dubbio la Azure Window, un arco naturale in mezzo al mare che assieme al Mare Interno, una specie di laghetto che tramite una galleria raggiunge il mare aperto, e il Fungus Rock, un grande scoglio sulla cui superficie si raccoglie un'erba miracolosa nota fin dai tempi dei primi cavalieri, rappresenta un tris di attrazioni naturali imperdibili.







Azure Window

Comino con la sua Blue Lagoon è bellissima, sempre che abbiate l'accortezza di partire presto al mattino e non sperare di farvi una giornata di mare rilassante, tutto meraviglioso , ma la gente è sempre tanta e lo spazio pochissimo. Certo è che il mare della laguna blu è qualcosa di unico.

Blue Lagoon


Per concludere, una vacanza a Malta è una bella esperienza, i Maltesi sono gentili, per lo più, il posto è bello e a patto di scegliere bene dove stare potreste fare una vacanza perfetta, consiglio, potendo, di prendere la macchina, e di svegliarvi presto…gli indigeni sono mattinieri!








domenica 15 giugno 2014

Icelandia 2014 : la terra del ghiaccio e del fuoco

Ecco il regalo per i miei quarantanni : un viaggio in Islanda...
... la fredda cronaca!



Optiamo per un volo Easy Jet con un solo bagaglio in due, anche per risparmiare, ma soprattutto perché ci basta, con partenza il 1 maggio e scalo notturno all'aeroporto di Londra Luton, la notte in aeroporto non ci spaventa ma questo aeroporto fa "paura", non fatelo, volete passare ore e ore in un centro commerciale al sabato pomeriggio travestito da aeroporto? allora fatelo...!

L'estenuante viaggio ci porta all'Aeroporto di Keflavik, in perfetto orario alle 9.40 del giorno 2.
Il primo approccio con l'Islanda è grandioso, in aeroporto c'è il parquet! Appena possibile usciamo all'aria aperta, l'aria è gelida il vento micidiale e un persistente odore di zolfo ci stordisce.
La percezione di essere su di un'isola è forte.

Prendiamo possesso all'autonoleggio Sixt di una verde fiammante Chevrolet Spark, questa macchinina, sarà una fedele e affidabile compagna di viaggio, ma ce lo aspettavamo, tanto da rifiutare un up-grade ad un suv ben più confortevole per poche corone in più salvo poi sottoscrivere un' assicurazione per eventuali quanto improbabili danni dovuti a non so quale intraducibile evento atmosferico islandese per la stessa cifra, questione di scelte...

Una cinquantina di km sulla strada 41 e siamo nella capitale. Reykjavik ci sembra subito una città gigantesca, a scapito dei sui 50000 abitanti circa, sembra di arrivare a Genova.
Sappiamo che il nostro albergo è vicinissimo alla cattedrale Hallgrìmskirkja che col suo campanile ci guida da lontano, così riusciamo facilmente a raggiungerlo: è una guest house (Aurora) in pieno centro con annessi appartamentini poco lontano, uno di questi ci accoglie con una pulizia e ordine che questa vacanza non ci farà mai mancare.

Proprio la cattedrale è il primo appuntamento con Reykjavik, in particolare l'ascesa al campanile e la vista che se ne gode dalla cima.
La città è proprio carina: negozi, bar e tanta gente che si prepara al venerdì sera. Giriamo il centro in lungo e in largo in cerca di tutto quello che ci può interessare. La scritta Happy hour fuori da un bellissimo locale del porto (Forettabarinn sulla Myrargata) attira le stanche membra di due poveri viaggiatori ed ecco due birrette islandesi pronte a coccolarli. Pianifichiamo il giorno successivo prima di spostarci in un ristorante li vicino (icelandic fish and chips, Geirsgata) a gustarci una cenetta a base di pesce. La notte è giovane, ma noi questa sera no, e dopo un giretto ritorniamo a casa.




3.maggio.2014. "Golden Circle" 

Golden Circle, così si chiama un gruppo di attrazioni naturali, poco distanti dalla capitale, una tappa, imperdibile, che sarà la prima del nostro tour anti-orario della terra del ghiaccio e del fuoco lungo la Hrigvellur.

Raggiunta la tangenziale, imbocchiamo la 36 per raggiungere, in mezzo a branchi di cavalli selvatici di cui faremo la conoscenza, Pingvellir: parco nazionale patrimonio dell'Unesco sede del primo parlamento democratico al mondo che racchiude al suo interno una gigantesca frattura che separa la zolla nord-americana sa quella euro-asiatica. Dopo una passeggiata suggestiva, ci spostiamo a Geyser, parcheggiata la macchina vicino al centro accoglienza che assomiglia più ad un centro commerciale, raggiungiamo l'area instabile dall'altro lato della strada, dove si trovano tutti i geyser, in particolare lo Stokkur che ogni pochi minuti regala un getto d'acqua potente e altissimo di grande effetto.

Gullfoss è la cascata più famosa di Islanda, gigantesca, incredibile, e con un vento gelido, che sferza e ghiaccia i pochi lembi di pelle liberi da cuffie e giacche, da non riuscire a camminare, le foto si sprecano, ogni angolo è bellissimo.

Ora la strada 35 ci porta a Selfoss, e come tutti i tragitti brevi o lunghi che percorreremo ci regala dei paesaggi sempre diversi e sempre unici. Una piccola spesa al supermercato e imbocchiamo la Ring road verso Skogar, una città di 20 abitanti... che incontriamo poco dopo il vulcano Eyjafjallajökull: colui che ha paralizzato l'europa nel 2010, dove dormiremo in un carinissimo bed & breakfast (la Skogar Guest House) dove la simpatica signora Sikka ci offre anche la cena.


4.maggio.2014. "La costa del sud tra oceano e ghiaccio"

Dopo una soddisfacente colazione all'americana (anche pancake sciroppo d'acero) in compagnia di una simpatica famigliola francese, il nostro macchinino ci accompagna alla vicinissima cascata Skogafoss, un salto d'acqua incredibile che vista l'ora possiamo ammirare quasi in solitudine.
Pochi km di Hringvellur e deviamo sulla destra.


La strada 218 arriva su un'alta scogliera patria del Puffin, la pulcinella di mare, uccello simbolo dell'Islanda che inseguiremo per tutto il viaggio senza trovare. Qui i paesaggi sono incredibili, e assieme alla spiaggia nera che incontra un mare tanto scuro da sembrare dello stesso colore contornata da colonne di lava fossile, che raggiungiamo poco dopo con la strada 215, sempre dalla 1, forma una zona dove fermarsi alcune mezzore sembra irrinunciabile.

Poco dopo siamo a Vik.
Vik
Quella che doveva essere la nostra prima tappa, è un paesino un po' deludente,  dove la fa da padrona una suggestiva chiesetta posta a metà di una collina, alla cui cima c'è un tipo cimiterino da cui si gode una vista grandiosa. Qui abbiamo il primo approccio con la benzina, che costa un poco meno che in Italia, e che in quasi tutti i distributori puoi farti, rigorosamente da solo, pagando solo con la carta di
credito.

Direzione Skaftafell, da qui si parte per il trekking sul ghiacciaio Vatnajökull, noi però ci fermiamo solo per il pranzo, e raggiungiamo Jökulsàrlòn, il lago ghiacciato. Qui il fiume formato dal grande ghiacciaio sfocia nell'oceano portando con se una miriade di piccoli iceberg creando un'atmosfera unica e inedita ai nostri occhi.

La tappa odierna si conclude a Hofn una cittadina silenziosa e solitaria, come tutte qui, dove però non manca un ristorante KaffiHornid presso cui ci concediamo una cenetta ittica dove incontriamo i francesi del giorno prima, e alloggiamo alla Haffnarnes, una fattoria silenziosa vicino al paese.


5.maggio.2014. "Tra bricchi innevati e renne verso Myvatn"

Partiamo presto, ma la prima vera tappa sempre sulla 1, dopo un inquietante tunnel che sembra scavato a mano nella roccia, stretto, lungo e buio con tanto di gigantesco portone tondo tipo ingresso degli inferi, l'attraversamento di un passo montano d'altri tempi su strada sterrata, con cumuli di neve di 4-5 metri per lato in cui era scavata, come al giro d'Italia del '49 di cui conservava le pendenze, ma anche la compagnia di tantissime renne tipiche della zona e alcune foche sulla riva, la facciamo ad Egilstadir, una cittadina insignificante, che per la sua posizione è un interessante crocevia, ed in particolare un ottimo punto di partenza per raggiungere il luogo deputato al nostro pranzo, Seydisfjördur.

Imbocchiamo la 93 e scaliamo un altro monte; questa volta è asfaltato, e l'assenza di nebbia e strizza, ci fa godere di un ambiente unico, così com'è immerso nella neve, che sterminata ci fa sentire oltre la barriera di Game of Thrones.
Da Seydisfjördur parte il traghetto per l'Europa, il paese ha un'atmosfera particolare, probabilmente negli anni passati ha avuto una vita differente, tuttavia non vale la meravigliosa strada che percorriamo per arrivarci.

Questa parte dell'Islanda, i fiordi orientali pur bellissima, è, a nostro parere, quella meno interessante confrontata col resto di un'isola in cui ogni centimetro fa strabuzzare gli occhi.

Arrivati ad Egilstadir riprendiamo la 1 in direzione del lago Myvatn.

Attraversiamo degli altopiani meravigliosi, tutti neri di lava e bianchi di neve.
Non possiamo non fermarci ad ammirare questa meraviglia polare. Il sole brucia sulla pelle, il termometro segna -1°, e lo sferzare di un forte vento polare, rende la sensazione unica.


Ad incrementare la stranezza, ci pensa, dopo pochissimi km, un repentino cambio del paesaggio, il nero e il bianco lasciano il posto all'ocra e il giallo del paesaggio lunare di Hverir. Scendiamo dalla macchina e un odore di zolfo al limite del sopportabile ci investe, il fumo che inonda tutto l'ambiente si sposa con le cento pozze di acqua sulfurea ribollente.

È bellissimo.


Scolliniamo, ed ecco ancora un altro tipo di vista, l'ennesima: un lago in lontananza, fumo di sorgenti termali qua e la e tutta lava nera e verdastro intorno.


Arriviamo a Reykjahlìd, nell'omonimo hotel ci attende una bella stanza vista lago, e una ragazza, solitamente gentile, ma insolitamente carina, che ci indica la strada per i bagni termali di Myvatn e ci fornisce degli asciugamani per andarci. I Myvatn Natural Bath sono molto belli, i secondi per importanza e dimensione dopo la Blue Lagoon, vicino alla capitale, dove noi per opportunità più che per scelta non andremo. 
Acqua sulfurea azzurra a 35°- 40° in mezzo ai vulcani con vista sugli altopiani innevati...imperdibile.
La sera ceniamo in un ristorante vicino all'hotel, l'unico.


6.maggio.2014. "Il grande nord"

Una stupenda colazione ci da il buongiorno, la nostra inconfondibile auto, ci fa fare amicizia con due ragazzi inglesi con cui ci siamo incrociati il giorno prima in mezzo al nulla e che, grazie a lei ci riconoscono. Le tappe plausibili sono poche ed è facile incontrare la stessa gente più volte.


A pochi passi dall'albergo visitiamo le pozze di Grotagna e le falde di Storagja, perdibili.

Imperdibile è invece, poco lontano l'ascesa a piedi al vulcano Hverfell. Un'esperienza unica, bellissimo da sotto da sopra da dentro da fuori, costa una sudatina, ma che sarà mai.

Poco lontano arriviamo al campo di lava di Dimmuborgir. Ci sono diverse possibilità di percorsi per muoversi all'interno del parco, ognuno corredato da lunghezza e tempo di percorrenza, uno dei due più brevi è sicuramente sufficiente per apprezzare un luogo, in ogni caso suggestivo.
Accenniamo una passeggiata in un boschetto sul lago,ma desistiamo quasi subito per fermarci a sud del Mivatn tra Skutustadir e Arnarvatn dove si gode un panorama straordinario con piccole collinette che sembrano vulcani e la parte del lago ghiacciato. qui benzina e Souvenir.

Riprendiamo la 1 verso ovest e dopo qualche decina di km ci fermiamo alle spettacolari cascate Godafoss, eccezionali.

Passiamo per Akureyri, la capitale del nord senza fermarci, e imbocchiamo la 82 verso nord entrando nell'affascinante penisola di Tröllaskagi.
La nostra meta è Siglufjördur il posto più a nord che raggiungeremo; arrivati al paesino tramite un lunghissimo tunnel che da una decina di anni lo collega al lato est della penisola, ce ne innamoriamo subito, è desolato e unico, un tempo era la capitale della pesca all'aringa e migliaia di addetti vi lavoravano tutto l'anno, ora si sta riprendendo dalla lunga crisi che l'ha colpito, è magnifico così com'è silenzioso adagiato in un'insenatura tra alte montagne innevate, qui il panorama è ancora diverso e, come il tempo , cambia sempre.


Ci mettiamo un po' a trovare l'albergo (Sigluness) ma in compenso appena lo troviamo è chiuso,
chiamiamo il proprietario che gentilissimo arriva subito e ci offre pure una birretta, oltre a illustrarci in una grande cartina d'epoca la strada da fare il giorno successivo, ci accompagna alla stanza e si congeda.
Il posto è carino sembra uscito da un film di Kaurismaki, tutto è volutamente vintage.
La struttura è al completo c'è un gruppo di americani, che vengono a sciare da queste parti.
Un piccolo relax ci separa da un giretto nel paese deserto che ci ricorderemo.
Ceniamo in un pub e, in piena luce, verso le 23 ci ritiriamo in quanto domani ci aspetta una tappa molto tosta.


7.maggio.2014."Occidente islandese"

Ci svegliamo molto presto, in macchina ci aspetta la colazione...oggi abbiamo tanta strada da fare e tante cose da vedere, a cominciare dalla Corniche con vista sul polo nord che percorriamo alle 7 del mattino desolata e vertiginosa a strapiombo sul mar Glaciale Artico, non prima di aver infilato un tunnel, il più inquietante possibile che ci apre la strada sulla costa.
Una piccola sosta a vedere e fotografare gli isolotti del fiordo Skagafjördur è immancabile, non foss'altro per il nome.
Una breve pausa alla chiesetta di Hofsòs, sempre sulla 76, quindi dalla 75 imbocchiamo la stradina interna 744 per attraversare la penisola di Skagi fino a raggiungere Blonduòs con la 74 per pausa benzina e colazione.


Ci reimmetiamo sulla Hringvegur ma presto imbocchiamo la 716 per il giro della penisola di Vatnsnes, bellissima, con un paesaggio più "nostrano" che dovrebbe essere il paradiso delle foche, peccato che noi non ne incontriamo, e che il sito principale dove se ne dovrebbero trovare, Hindisvik, sia chiuso da tempo, la costa è bellissima in particolare la zona denominata Hvitserku, col suo gigantesco faraglione, protagonista della leggenda che lo vuole troll pietrificato per essersi avvicinato troppo ad un monastero.
Il Panorama e tanto bello quanto diverso da tutti gli altri già visti.

Lasciamo la penisola di Vatnsness, rieccoci sulla 1, poco dopo svoltiamo sinistra sulla 68, strada che con più tempo a disposizione ci avrebbe portati agli agognati fiordi nord occidentali, solo per imboccare la 59, una strada sterrata ma assolutamente in ordine, come quasi tutte che ci porta a Budardalur, dove facciamo il pieno di materiale turistico.

Stykkishölmur

Un'altra strada ghiaiosa, la 54 ci da il benvenuto nella penisola di Snæfellsnes.
Eccoci arrivato dopo poco a Stykkishölmur, da qui partono i traghetti per i territori del nord-ovest.
La zona del porto con lo stranissimo promontorio che la domina è bellissimo, poco islandese, ma super suggestivo.

Ancora una trentina di chilometri e questa interminabile tappa sarà finita.

Raggiungiamo Grundarfiördur, troviamo facilmente la casetta rossa sede della recepito della Guesthouse prenotata e pagata da casa, raggiungiamo la struttura dove dormiremo che è poco distante, vicino al porto. Non che sia un granché da fuori, dentro è tutto perfetto come ovunque, ma ha una vista spettacolare sul Kirkjufell un monte dalla strana forma conica che cambia da ogni angolatura, protagonista assoluto di tutti i siti turistici islandesi, ma che qui sembra conoscano pochino tutti...
cena al pub del posto, dove incontriamo la coppia di catalani già incontrati due sere prima a Myvatn, e sul Hverfell.

8.maggio.2014."Reykjavik, arriviamo!"



Sveglia presto (non quanto i catalani che stanno già partendo), e subito andiamo alle pendici del Kirkjufell, purtroppo la giornata non è bella come ieri anzi, peggiorerà sempre più.

Giriamo lungo il perimetro della Snæfellsnes sempre lungo la 54 sotto la pioggia. Poco do hellisandur ci infiliamo in una stradina poco sterrata in direzione Onderverdarness, in cerca della spiaggia Skardsvik, la leggenda narra che sia il luogo di sepoltura di un potente re vichingo che la scelse per la sua bellezza, e in effetti è molto bella, unica nel suo genere, le solite rocce nere di lava contrastano in un modo che non ti aspetti con l'insolita spiaggia dorata.

Abbiamo la malaugurata idea di proseguire lungo la stradina che diventa sempre più brutta fino all'impraticabile, facendoci temere il peggio per il nostro mezzo, solo per raggiungere un posto assolutamente perdibile per lo standard del luogo.
Sfioriamo Dritvik e ci fermiamo un po' a Djupalonssandur, le cui scogliere meritano la nostra attenzione.
Arriviamo ad Arnastapi, ora la pioggia è ingestibile. Da qui partono le escursioni per la bocca del vulcano Snæfellsjökull, ormai inattivo e trasformatosi in ghiacciaio, ingresso per raggiungere il centro della terra nel romanzo di Jules Verne. Da qualche parte c'è un monumento con indicate le distanze da molti luoghi famosi sulla terra passando appunto per il centro della terra, ma noi non riusciamo a trovarlo. Incontriamo invece la coppia inglese di un paio di giorni prima.

Proseguiamo sulla costa e aggiungiamo, al secondo tentativo la chiesetta nera di Budir, bellissima e dopo aver contemplato il luogo in modo congruo, partiamo in direzione Reykjavik, dove passeremo l'ultima notte che raggiungiamo in poche ore dopo una pausa nella cittadina di Borgarness, nulla di che, e soprattutto dopo aver attraversato il Tunnel sottomarino che si imbocca all'altezza di Akranes e per sette km ti fa viaggiare sotto il mare...ma quando ci ricapita...

Eccoci nella capitale col metodo del primo giorno raggiungiamo l'albergo, e ci sistemiamo nell'appartamento vicino a quello dell'altra volta, l'host, entusiasta per la mia recensione giustapposta su booking.com mi fa uno sconto di tutto rispetto.

Ultimo giro della città e cena in un bellissimo locale sulla Austurstæti ( Laundromat caffè) very cool.

L'ultimo giorno è finito.

Ripartiamo la mattina successiva dopo aver posato la macchina e disfatto un bagaglio troppo pesante davanti al check-in, tristi, con poca voglia di tornare e con la consapevolezza che un posto così bello non ci capiterà presto, ma che fortunatamente ci rimarrà per sempre nel cuore.

Buon Compleanno Gian
Grazie B




Riepilogo

Alberghi:

  • Reykjavik, Guest House Aurora  voto 8,5
  • Skogar, Skogar Guest House 7,5
  • Hofn, Hafnarnes 7
  • Reykjalid, Hotel Reykjalid voto 9
  • Siglufjördur, Siglunes Guest House voto 7,5
  • Grundarfjördur, Grundarfjördur Guest House voto 7

Percorrenze:

  1. 2 maggio: 50 km
  2. 3 maggio: 340 km
  3. 4 maggio: 350 km
  4. 5 maggio: 511 km
  5. 6 maggio: 225 km
  6. 7 maggio: 503 km
  7. 8 maggio: 324 km
  8. 9 maggio: 50 km
Totale : 2353 km


















9 NO

  1. È cara come si pensa l'Islanda?    NO
  2. È selvatica ed inospitale?      NO
  3. Le ragazze islandesi sono tutte belle?   NO
  4. È complicato trovare cibo di gradimento standard?       NO
  5. È vero che bisogna assolutamente affittare una macchina 4x4?     NO
  6. I dossi dissuasori sono ben visibili?    NO
  7. I puffin sono ovunque?    NO
  8. L'aurora Boreale si vede sempre?   NO
  9. Gli Islandesi sono freddi e scortesi?   NO


Playlist Icelandia



  1. Kings of Leon - Last mile home
  2. Of Monsters and men - Dirty Paws
  3. Ray LaMontagne - Trouble
  4. The decemberist - Los Angeles I'm yours
  5. Leonard Cohen - Dance me to the end of love
  6. London Grammar - Nightcall
  7. Zibba - Senza di te
  8. Beirut - Nantes
  9. Edie Brickell - For the time being
  10. Pearl Jam - Sleeping by myself
  11. Devendra Banhart - Baby
  12. God help the girl - God help the girl
  13. J.Johnson & M.Costa - Lullaby
  14. Josè Gonzales - Heatbeats
  15. Milky Chance - Stolen Dance
  16. Santa Esmeralda - You're my everything
  17. Jackson Browne - These Days
  18. Bugo - Nel giro giusto
  19. R.& L. Thompson -  I want to see the bright lights tonight
  20. Badfinger - Baby blue
  21. Riccardo Senigaglia - Prima di andare via